La birra IPA è diventata nell’ultimo decennio uno degli stili più amati e richiesti tra i consumatori di birra artigianale ma anche tra i birrai. E’ difficile trovare oggi un birrificio che non produca almeno una ricetta di questo particolare e profumato stile. Molti l’apprezzano ma pochi conoscono la sua vera storia, cos’è una IPA e come viene prodotta. Scopriamolo insieme.
Cos’è una birra IPA: ecco il vero significato
Ormai leggiamo la parola “IPA” su moltissime bottiglie e lattine di birra artigianale. Ma cosa significa “birra IPA”? Iniziamo dicendo che il termine è l’acronimo di India Pale Ale, ovvero la “Pale Ale delle Indie”. Si tratta di una birra ad alta fermentazione inglese, colore ambrato, caratterizzata da un buon tenore alcolico, un intenso profumo floreale e un deciso retrogusto amaro. Cosa c’entra l’India, direte voi? E’ una storia interessante, ve la raccontiamo.
Da Londra all’India: Storia della IPA
Al liceo siete stati attenti alle lezioni del prof di storia? Se si, saprete di sicuro che l’India è stata per molto tempo una ricca colonia della Gran Bretagna. Nel 1800 soldati e funzionari inglesi si trasferirono laggiù per amministrare i possedimenti della Corona. Non volevano però rinunciare alle abitudini e ai piaceri della madrepatria, tra cui la amatissima birra “Pale Ale”.
Purtroppo per loro, dopo il lungo viaggio sulle navi da carico, la birra arrivava in condizioni disastrose: la salsedine e le alte temperature della stiva ne provocavano il deterioramento o l’infezione rendendola pessima. Fu così che i birrai inglesi inventarono una soluzione per mantenere la birra più a lungo, anche durante il lungo viaggio verso l’India.

Modificarono la ricetta della Pale Ale aumentando il volume alcolico. Più alcool significava maggiore resistenza alle infezioni della birra. Aggiunsero anche un maggior quantitativo di luppolo, che non soltanto conferiva un deciso retrogusto amaro ma era anche un perfetto antiossidante e antibatterico naturale.
Nacque così la India Pale Ale, ovvero la Pale Ale dedicata al consumo nella colonia indiana. La nuova birra riusciva ad arrivare nella colonia con il suo sapore originale, ma un po’ di alcol e luppolo in più!
Caratteristiche delle IPA
Le birre in stile India Pale Ale hanno caratteristiche molto nette che le rendono facilmente riconoscibili dalle altre tipologie birrarie. All’aspetto si presentano di un colore tra il rame e l’ambrato carico, dovuto all’utilizzo di malti inglesi di tipo “Caramel”. La maggior parte delle IPA risulta pulita e trasparente, anche se alcune versioni molto luppolate (soprattutto se in dry-hopping) possono presentare una velata opacità.
La schiuma è presente e persistente, irrobustita dalla forte luppolatura, di un colore bianco e leggermente pannosa. Al naso si percepiscono aromi fruttati derivanti dalla fermentazione, come pesca e frutta gialla, e derivanti dal malto come biscotto e caramello. Immancabile e spesso preponderante è il contributo del luppolo, usato anche in fase di dry-hopping, che conferisce al naso sentori di erba, resina e floreali.
Il sapore della vera IPA inglese è tendenzialmente dolce, con sentori di pane, biscotto e caramello. Non deve però mancare un finale amaro deciso in grado di pulire la bocca. La gradazione alcolica è marcata, di solito tra i 5,5 e gli 8° alc.
Alcuni birrai moderni hanno rielaborato lo stile rendendo la IPA terribilmente secca e amara, ma si tratta di una storpiatura che non rispetta la vera tradizione. Per questo spesso in questi casi si parla di Double IPA o di Imperial IPA per rimarcare la differenza.
Ricetta per una birra IPA
Fare una birra IPA in casa con metodo All grain è piuttosto semplice. Si tratta di una delle tipologie di birra più “paracule”, soprattutto perchè il grande contributo del luppolo tende a nascondere tutti i piccoli difetti della nostra birretta casalinga sotto una spessa coltre amara . Attenzione però a non prendere sotto gamba la cosa. Anche con le ricette delle IPA si possono fare grandi schifezze se si improvvisa troppo…
Ingredienti delle India Pale Ale
La base di malto da cui partire per la vostra ricetta IPA è il Pale, anche nella versione Marris Otter. Potete scegliere di fare una single-malt oppure di aggiungere una percentuale di malto carmello tra il 5 e il 10%. In questo secondo caso, Crystal o CaraMunich andranno benissimo.
Durante l’ammostamento, eseguite un single-step a 65-66° per circa 1 ora per creare una buona base di zuccheri fermentabili ma lasciare anche una certa dose di non fermentabili. Fate particolare attenzione all’acqua che userete durante il mash.
È vero che era destinata all’India, ma la birra IPA originale nasce nella città di Burton-On-Trent in Inghilterra. L’acqua di Burton usata per produrre la IPA era ricca di minerali ed in particolare di solfati, elemento che accentuava il carattere amaro di questo stile.
Nella tua ricetta dovrai quindi usare un’acqua particolarmente dura (controlla sull’etichetta il contenuto di solfati SO3), oppure correggerla con l’aggiunta di Gypsum. In questo secondo caso, si dice che dovrai “burtonizzare” l’acqua, un termine coniato proprio in onore della città natale dell’IPA. Leggi la nostra guida sull’acqua per la birra per avere le dosi esatte e maggiori dettagli sulla burtonizzazione.
La parte più interessante della produzione delle IPA è sicuramente il luppolo. Molti homebrewer a questo punto sciolgono tutti i freni inibitori gettando in bollitura ogni genere di luppolo esotico, australiano, giapponese o giamaicano. Attenzione però: se vuoi produrre la vera British IPA devi utilizzare rigorosamente luppoli inglesi! Fuggle ed East Kent Goldings su tutti, ma anche le nuove varietà sviluppate di recente. Se invece vuoi lanciarti in esperimenti, allora…largo alla fantasia!
Il nostro consiglio, è comunque di non esagerare, soprattutto in dry hopping. L’IBU deve essere compreso tra 40 e 60. Dosa bene i luppolo di prima gittata.
Per il lievito, usa un prodotto inglese come il Wyeast 1098 o il White Labs WLP007.
Le varianti dell’IPA
Dallo stile IPA si sono poi sviluppati diversi sotto-stili. Alle volte in maniera impropria si usa la stessa definizione per indicare tipi di birra assai diversi tra di loro. Stiamo parlando di:
- APA: American Pale Ale;
- Double IPA;
- NEIPA: New England IPA;
- White IPA;
- Black IPA.
La American Pale Ale è la versione americana della IPA. Si distingue per l’uso intenso di luppoli esotici, che conferiscono odori di frutta tropicale soprattutto. Nella NEIPA questo uso di luppolo diventa estremo, fino quasi a divenire un “succo”. Le double IPA indicano versioni dell’IPA particolarmente amare, mentre la White e la Black IPA indicano rispettivamente una versione extra luppolata della Weiss e della Stout.
Le migliori birre IPA in commercio
Ci viene chiesto molto di frequente quali siano le migliori birre India Pale Ale. Rispondere a questa domanda è un compito arduo, sia perchè esistono infinite varianti e sotto stili (come detto poc’anzi), sia perchè i gusti delle persone sono molto diversi e non necessariamente una stessa birra deve piacere a tutti.
Per soddisfare la vostra curiosità birraria, elenchiamo qui alcuni tipi e marche di IPA che dovete assolutamente provare se volete farvi una mini-cultura di questo stile, ovviamente senza pretesa di esaustività:
- Jaipur – Thornbridge
- Blind Pig IPA – Russian River
- Riesling People – Mikkeller
- Punk IPA – Brewdog
- Liquid Sex Robot – Lervig
Anche i birrifici italiani si sono cimentati nella produzione di birre IPA raggiungendo risultati veramente notevoli ed apprezzati anche a livello internazionale. Vi elenchiamo qui alcune delle migliori IPA artigianali italiane che meritano di essere provate:
- La Verguenza – Menaresta
- Zona Cesarini – Toccalmatto
- ReAle Extra – Birra del Borgo
- HopFelia – Foglie d’Erba
Fonte foto: Birra Toccalmatto