Slainte

Via Nomentana 940, Roma

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Eccoci redivivi dalle feste natalizie, sopravvissuti ad apocalissi sudamericane e cenoni con i parenti, dunque prontissimi per imbucarci in qualche bettolaccia a scolarci un paio di pinte che fermentino il panettone nel nostro pancino. Come ben sapete, amiamo scoprire nuovi locali, nel bene e nel male. Abbiamo quindi fatto visita ad un pub nel nostro quartiere di recente apertura, lo Slainte (si pronuncia “sloncia” per i non irlandesi).

Lo Slainte è un pub in stile Irish (come si deduce dal nome) aperto da poco più di un mese, gestito da giovani (facciamo largo) e frequentato da giovanissimi. Affaccia proprio sulla via Nomentana e si riconosce immediatamente grazie alla bella insegna esterna. Il parcheggio non è un problema, se di problemi non ve ne fate a parcheggiare un po’ dove capita.

Si entra attraverso un piccolo cortiletto coperto, dove d’estate potrebbe essere piacevole sedersi per brindare con gli amici, ma che in questo periodo dell’anno è da considerarsi off-limits. L’interno è composto da due ambienti per un totale di una cinquantina di coperti circa. L’arredamento è semplice, spartano, un po’ povero, come la maggior parte dei locali di recente apertura. Di Irish c’è ben poco, come vedremo anche in seguito esaminando le birre. I pochi punti luce, per di più a luce bianca, rendono l’ambiente un po’ freddo.

Al di là delle metafore, a raffreddare l’ambiente ci pensa la porta perennemente aperta (ragazzi, montateci una molla!) e i riscaldamenti non pervenuti. Fatto sta che ordiniamo con il cappotto addosso.

L’impianto delle spine non è male: otto vie. Di queste, molte sono però sprecate con birre dozzinali. Se salviamo la Reale (che comunque si trova ormai quasi dovunque), l’Ultrasonica, e il “classicone” Chimay, ci rimangono: Kwak, Ettaler Dunkel, un paio di HTB Tagernsee e la Guinness. Quest’ultima ci ricorda che siamo ancora in un Irish pub.

Ordiniamo l’Ultrasonica e la Chimay. Il servizio non è proprio impeccabile. I bicchieri sono ghiacciati e sentire pronunciare da dietro il bancone il termine “doppio malto” fa sempre venire un po’ i brividi. Ci vengono però offerti gentilmente dei nachos con salsa.

Ghiacciati dalle birre e dalle brezze che spirano attraverso la porta, sentiamo presto l’esigenza di rifugiarci in macchina ed accendere il condizionatore a palla. Saltiamo la cucina (senza voto) e passiamo alla cassa: 5€ la spina. Il Secco per poco non andava in ipotermia.

E’ sempre bello scoprire l’intraprendenza e lo spirito di iniziativa dei giovani. Facciamo ai gestori i nostri migliori auguri. Al locale manca però il carattere e un punto di forza che possa attrarre i clienti. “Irishness” flebile, location periferica, carta delle birre scontata. Per rendere lo Slainte un posto gradevole e caratteristico bisognerebbe soprattutto dargli un po’ più di calore. Sia a livello di birra, che di arredamento, che di.. gradi celsius!


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