Eccoci live dalla “FESTA delle BIRRE ARTIGIANALI” ad Eataly… Posto di elevata cultura eno-gastronomica, con i suoi piani tematici e le mille proposte golose.




Purtroppo siamo senza Dildo che è stato fermato a casa con un febbrone da cavallo. Beviamo cmq per tre e anche le nostre girls, che per l’occasione si sono prestate come assaggiatrici free-lance, si sono divertite!

Assaggiamo tante birre, ecco cosa e come:
la fruttata e leggera saison di Majella, la “Dea Maya”, che come inizio è molto piacevole e fresca;
la archeologica “Nora” di Baladin che alle dolci note di frutta accosta un corpo deciso, poco luppolato, ma con una spiccata ma docile punta di acido, un reale sapore di egitto;
La honey-beer “Mielika” di Baladin è buona, ma la si può paragonare ad una meringa con panna e zucchero a velo.. Per il gentil sesso è fantastica, ma veramente troppo dolce;
Amiata crea ancora una birra di degna di nota, la Cinabro, una barley-wine invecchiata due anni in botte con base rossa, dolce e amara allo stesso tempo, buona da bere anche se lo spunto di acido è forse troppo che sfora dallo stile;
ottima la “Porpora” di Lambate, birra in stile Hopped Bock dal colore rosso. Si sente il caramello, seguito da evidenti note erbacee legate ai luppoli, che lasciano poi posto a sentori di frutta secca. Nel complesso è una birra equilibrata che la rende molto beverina;
la 9 di Olmaia ha un colore molto bello, un ambrato bello vivace. Al naso e in bocca molto fresca, ma poco luppolata sia da amaro che da aroma, e si sente anche qualche nota tostata;
la Neos, APA di Turan (presa più per istinto ormai), buona, frasca e soprattutto sciaquante, nel senso che la sua personalità ormai nota la rende perfetta per resettare la bocca da tutti i sapori diversi assaggiati sin’ora;
Dogfish Head e la “Indian Brown ALE” scoperta! (mai avuto occasione di assaggiarla) buon corpo, ben bilanciata, molto beverina, anche se ha un tenore alcolico alto…una dangerous drinkable per dirla all’inglese.