Ci siamo mossi poco prima dell’ora di pranzo per raggiungere la location dell’evento, l’agriturismo 4.5. Il luogo dista una quindicina di minuti circa dalla città, è completamente immerso nella campagna e, in giornate soleggiate come quella di ieri, è l’ideale per una scampagnata primaverile. Nota per gli allergici al polline: munirsi di antistaminici!Arriviamo verso le 13. Il parcheggio non è un problema grazie all’enorme pratone messo a disposizione dall’agriturismo e che non siamo riusciti a riempire per metà neanche nell’ora di maggior punta. Piena, invece, è già l’area stand e soprattutto l’area acquisto gettoni, il collo di bottiglia e la vera nota dolente di tutto l’evento. Avendo probabilmente sottostimato il flusso di appassionati, sono stati allestiti solo due banchetti per l’acquisto. La fila è ovviamente mostruosa, caotica, per di più sotto ad un sole impietoso.
Impieghiamo circa 45 minuti per prendere i nostri gettoni, che nel frattempo erano stati prima contingentati (se ne potevano acquistare massimo 10 a persona), quindi erano terminati, quindi erano di nuovo ricomparsi e divenuti acquistabili senza limitazioni. Chiaro il disappunto generale, tanto che anche gli stand hanno ad un certo punto iniziato ad accettare i contanti. Anche i bicchieri di vetro terminano prima che possiamo acquistarli. Erano circa le 13.30.
La situazione è comunque andata gradualmente normalizzandosi e abbiamo potuto dedicarci completamente alle nostre amate birra. La scelta era molto vasta e l’attesa non eccessiva. Ci fiondiamo sulla Gose di Bayerischer Bahnhof, una delle migliori birre dell’evento, portata per l’occasione da (indovinate) il Ma Che Siete Venuti a Fà. Proseguiamo con la Brussel Calling, saison di Brasserie de la Senne, probabilmente troppo luppolata per lo stile ma comunque godibile. Seguono in sequenza: Ortiga del Birrificio Lambrate, Babel di Foglie d’Erba, Lo Straniero di Free Lions, Revelation Cat e Left Hand, 2 di Picche di Menaresta, Kilowatt di Toccalmatto. Da menzionare la Beerbera di Loverbeer, fruit beer estremamente interessante, e la Machete di Birrificio del Ducato, double ipa dalla luppolatura equilibrata e gradevole.

Per il dopo bevuta, l’ampio spazio permette a tutti di sdraiarsi sul prato a godersi il sole, sedersi ad un tavolo per una degustazione di birre home-made, fare due tiri col pallone o intrattenersi in compagnia degli amici.
Nonostante gli evidenti limiti organizzativi non possiamo negare che sia stata una piacevole giornata. Quello che ci ha un po’ colpito è che nonostante l’estrema libertà (questo almeno il leitmotiv dell’evento) a disposizione degli espositori nella scelta delle birre da proporre, pochi hanno veramente “osato”. E’ vero che, a differenza di altre occasioni, non ci è capitato di assaggiare birre indegne di tal nome, ma abbiamo notato una certa standardizzazione della proposta verso prodotti piuttosto luppolati, ipa e apa su tutti, e verso birrifici arcinoti che avremmo potuto trovare anche al pub senza bisogno di recarci all’agriturismo 4.5.