Fra i tanti problemi con cui gli homebrewers combattono ogni giorno, vi è quello della torbidezza della birra. Quante volte vi è capitato di produrre una birra talmente opaca che sembrava un milk-shake? E’ vero che non bisogna giudicare un libro dalla copertina, ma, parlando per luoghi comuni..anche l’occhio vuole la sua parte! 🙂
Il problema della trasparenza è molto più sentito da chi produce birra All Grain piuttosto che da chi produce birra con il kit. Nell’all grain ci sono infatti una serie di passaggi in più che necessitano di particolare attenzione.
Nel post di oggi vi veniamo incontro con 8 preziose regole che trasformeranno i vostri minestroni birrari in limpide e scintillanti birrozze da sfoggiare di fronte ai vostri amici! Quelli che vi proponiamo sono alcuni consigli per chiarificare e rendere meno torbida la vostra birra fatta in casa. Magari non otterrete i risultati della foto, ma potreste ridurre notevolmente il problema.
Ricordate che la limpidezza delle birre commerciali è ottenuta attraverso microfiltrazione e che per loro stessa natura le birre artigianali conserveranno sempre un minimo di opacità. Non sempre quindi un birra perfettamente trasparente è migliore rispetto alle altre.
1. Lavorate sulla macinazione
Una delle cause principali della torbidezza è la macinazione. Una macinazione troppo fine aumenta la dispersione di farina nel mosto. Questo significa birra più torbida. I grani di malto non devono essere triturati (guai a voi se usate il frullatore di vostra madre!) ma semplicemente spezzati, aperti. Evitate una macinazione troppo fine e preferite una più grossolana, regolando, se ne avete la possibilità, i rulli del mulino.
2. Bagnato è sexy
E’ molto utile bagnare i grani prima della loro macinazione. L’acqua ammorbidisce la scorza del chicco diminuendo la frantumazione e la dispersione di farina. Potete mettere i grani in uno scolapasta e immergerli velocemente per qualche secondo in una pentola piena d’acqua. L’ideale è spruzzarli con uno di quegli aggeggi che la vostra ragazza utilizza quando sta prendendo il sole al mare. Uno di quegli spruzzini cinesi per umidificare insomma.
3. Protein Rest, questo sconosciuto
Cereali non maltati o poco maltati (vedi alcuni tipi di pils) contengono un alto quantitativo di proteine che possono portare un notevole intorbidimento della birra. In ricette che prevedano l’uso di questi grani è bene effettuare la sosta del protein rest. Si esegue nella fase iniziale del mashing, portando il mosto a circa 52° per una decina di minuti. Non esagerate con il tempo o otterrete una birra priva di schiuma.
4. Recupero del mosto, il running-off
Semplice accorgimento che dovrebbe essere familiare ad ogni homebrewer. Quando si effettua il travaso del mosto dal mash tun alla pentola da bollitura, ricordarsi di raccogliere i primi litri di mosto con una ciotola e di rimetterli nel mash tun. Ripetete l’operazione fino a che il mosto non uscirà limpido. Solo allora lasciate defluire il mosto verso il boiler. Questa procedura è chiamata dagli americani running-off.
5. Travasare s’il vous plait
Prima di imbottigliare provate ad effettuare un travaso dal fermentatore ad un altro contenitore (nei kit solitamente c’è il cosiddetto “secchio da travaso”). Fate attenzione a travasare solamente la birra e a lasciare nel fermentatore il deposito di lieviti. Questa operazione permette una prima grossolana scrematura della posa, la parte più grossa di impurità depositata sul fondo, ed evita che venga imbottigliati anch’essa insieme alla vostra birrozza.
6. Crash Cooling
No, non ha niente a che fare con i culing che pensate voi..! 😛
Il crash cooling è una tecnica abbastanza semplice che vi permette di raggiungere risultati straordinari. 24h prima di imbottigliare, portate la temperatura del mosto a circa 5-7°. Se disponete di un frigorifero o di un pozzetto avete svoltato. Il freddo agevola la precipitazione delle particelle in sospensione. Un paio di ore prima di imbottigliare, tirate il fermentatore fuori dal frigo.
7. Colla di Pesce
Molto diffuso tra gli homebrewer è l’uso della gelatina o colla di pesce. Si sciolgono pochi grammi di gelatina per litro di birra in un po’ di acqua calda e si aggiunge il tutto prima di imbottigliare. Non abbiamo mai sperimentato e credo se ne possa fare a meno. Per i casi più gravi.
8. Alghe del nord, Irish Moss
Vi segnaliamo infine un’altra possibilità per chi è più avvezzo all’uso di additivi. L’irish moss, ovvero alghe essiccate che facilitano la precipitazione delle particelle in sospensione. Si possono trovare con facilità in tutti i negozi di homebrewing. Alcuni nostri amici le hanno provate e sono rimasti abbastanza soddisfatti.
Buona birra, abbasso i minestroni!
Io una volta ho usato la colla di pesce per chiarificare. A dire il vero non ricordo la quantità. Prima di imbottigliare ho fatto un travaso, ho aggiunto la colla di pesce mescolando delicatamente e ho lasciato 3-4gg. Poi nuov travaso per imbottigliare. Il risultato è stato ottimo. Se non sbaglio era proprio la Belgian Ale portata a Brassare Romano
Noi non l’abbiamo mai sperimentata perchè siamo riusciti a raggiungere un risultato soddisfacente con il crash cooling e, io penso, soprattutto bagnando i grani prima della macinazione. Dal punto di vista aromatico hai notato qualche effetto collaterale?
No nessun effetto. Purtroppo io usai un malto già macinato da braumaster che era farina allo stato puro. Cmq il crash cooling è una pratica che effettuo anche io da quando mi son fatto un piccolo box coibentato per la fermentazione. Non è come un frigo ma attualmente è quello che posso permettermi in termini di spazio 🙂