Di tutto il processo di produzione della birra in casa, quello dell’imbottigliamento è sicuramente uno dei più temuti dagli homebrewer. Non solo a causa del molto lavoro che richiede, ma anche perchè si tratta di una fase molto delicata.
E’ fondamentale imbottigliare la birra con estrema cura e attenzione. Piccoli errori possono portare a grandi danni. Andiamo quindi a vedere come si imbottiglia la birra, quali sono gli errori da non fare e come dosare correttamente lo zucchero per la carbonatazione.
Quando imbottigliare la birra
Partiamo dalla domanda più semplice. Quando bisogna imbottigliare la birra fatta in casa? Il momento giusto è quello in cui la fermentazione primaria è terminata, ovvero quando il lievito ha trasformato in alcool tutti gli zuccheri fermentabili del mosto.
Per capire se la fermentazione è terminata dobbiamo quindi analizzare la densità del mosto.
Densità della birra e imbottigliamento
La densità della birra misura la quantità di zucchero presente all’interno del mosto. Si misura con un densimetro o con un rifrattometro, due appositi strumenti usati nel campo delle fermentazioni. L’unità di misura della densità più comune tra gli homebrewer è la SG, ovvero la “gravità specifica“.
Di solito l’homebrewer sa già quale dovrà essere il valore della gravità alla fine della fermentazione, perchè l’ha calcolato in anticipo o perchè era riportato nella ricetta. Questo valore è anche chiamato FG, ovvero “final gravity” (gravità finale).
Quando la gravità specifica raggiunge il livello da noi desiderato (la FG) , oppure rimane stabile per diversi giorni senza più diminuire, significa che è arrivato il momento di imbottigliare.
Come misurare la densità
Se disponete di un densimetro, riempite la provetta con il mosto e immergete il galleggiante. Prima però cercare di far fuoriuscire quanta più anidride carbonica battendo la provetta sul tavolo o agitandola. L’anidride carbonica disciolta nel mosto tende infatti a far galleggiare il densimetro più del dovuto.
Leggete e segnate su un quaderno il valore raggiunto dal liquido sulla tacca graduata. È la FG (gravità finale) che vi aspettavate? In qualsiasi caso, vi consigliamo di ripetere la misurazione il giorno dopo e confrontarla. Se la densità rimane costante, potete imbottigliare. Se continua a diminuire, lasciate fermentare un altro paio di giorni e ripetete la misurazione.
Consiglio: non fatevi prendere dall’ansia. Aspettate almeno 5 giorni dalla cotta prima di misurare la densità della birra.

Cosa succede se imbottiglio troppo presto
La fermentazione produce anidride carbonica. Il rischio di imbottigliare quando la fermentazione è ancora in corso è che la bottiglia (ormai tappata) si riempia eccessivamente di gas. Nel migliore dei casi, la birra diventerà qualcosa di simile a spumante in termini di esagerata frizzantezza ed “effetto fontana” all’apertura. Nel peggiore dei casi, la troppa pressione farà esplodere la bottiglia spargendo vetri e birra ovunque.
Se non siete convinti, lasciate la birra fermentare qualche altro giorno. Un giorno in più nel fermentatore non ha mai fatto male a nessuno!
Dove imbottigliare
Il luogo dove avete preparato la birra andrà benissimo. Avete bisogno di un piano di lavoro ampio su cui poggiare l’attrezzatura e le bottiglie, e abbastanza spazio e per poter manovrare gli strumenti.
Rispetto alla preparazione del mosto, il rischio di gocciolamenti è maggiore. Scegliete un luogo dove non rischiate di rovinare il pavimento o munitevi di stracci per asciugare.
Attrezzatura per l’imbottigliamento
Di solito, tutta l’attrezzatura per l’imbottigliamento la trovate all’interno del kit birra. Altri piccoli accessori sono disponibili nella maggior parte delle case o facilmente reperibili in commercio. Quello di cui avete bisogno per imbottigliare la vostra birra artigianale è:
- Secchio da travaso
- Tubo da travaso
- Tubo con asta di riempimento
- Bilancia di precisione
- Bacinella da bagno
- Avvinatore
- Scolabottiglie
- Tappatrice
- Tappi a corona
- ChemiPro Oxi
- Candeggina
Oltre a tutta questa attrezzatura, avrete ovviamente bisogno delle bottiglia.
La scelta delle bottiglie
Le bottiglie sono la soluzione preferita degli homebrewer perché economiche, facili da reperire e pulire e, soprattutto, sono riutilizzabili. Esistono comunque diversi tipi di bottiglie, sia come forma che come dimensioni, tutte con i loro vantaggi e svantaggi.
Le bottiglie grandi da 1 o 2 litri sono comode per ridurre i tempi di imbottigliamento, ma poco pratiche quando devono essere consumate. Se siete sul divano e avete voglia di un goccetto, difficilmente stappereste una bottiglia da 1 litro. Le bottiglie da 33cl sono più pratiche da consumare, ma richiedono più tempo in fase di imbottigliamento (più bottiglie da pulire e tappare).
Un compromesso apprezzato da chi fa la birra in casa sono le bottiglie con tappo meccanico. Si tappano velocemente senza bisogno di tappatrice, ma ricordatevi di cambiare periodicamente la guarnizione quando indurita o rovinata!
Se infine pensate che la bottiglia non faccia al caso vostro, potete sempre optare per il fustino. In vendita si trovano fusti di alluminio riciclabili da 5 litri ottimi per piccoli party tra amici.
Pulizia delle bottiglie
La parte più rognosa di tutto il processo è la sanitizzazione delle bottiglie, specialmente se come noi riciclate le bottiglie usate. Prima di imbottigliare è bene infatti scrostare tutti i residui. Nella nostra guida trovate tutte le soluzione possibili, quella che vi consigliamo noi è di lasciare a bagno le bottiglie in una grande tinozza riempita di acqua e candeggina per 12 ore. Oltre a rimuovere qualsiasi incrostazione è utile anche a staccare le etichette.
Dopo la pulizia, sciacquate bene con acqua calda e fate sgocciolare sullo scolabottiglie.
Come imbottigliare la birra in casa
La procedura di imbottigliamento è piuttosto semplice. Sanitizzare con la solita soluzione di acqua e candeggina il secchio da travaso, il tubo e l’asta da travaso. Sciacquate con acqua calda.
Posizionate il fermentatore in una posizione più elevata del secchio da travaso (un tavolo, una panca). Agganciate una estremità del tubo da travaso al rubinetto del fermentatore e poggiate l’altra estremità sul fondo del secchio. Aprite lentamente il rubinetto e fate defluire il mosto. Attenzione a non creare schiuma, la birra non deve ossidarsi!

Fermate il flusso prima che il fondo di lieviti depositati nel fermentatore venga risucchiato nel tubo.
Staccate il tubo e tappate il secchio da travaso con l’apposito coperchio fornito nel kit (quello con 2 fori). Posizionate il secchio al posto del fermentatore in una posizione elevata. A questo punto è arrivato il momento della “carbonatazione”.
Carbonatazione: quanto zucchero usare per l’imbottigliamento
La carbonatazione, chiamata spesso anche “priming”, è quel processo attraverso il quale si aggiunge un po’ di zucchero da tavola nella birra prima di imbottigliare per creare quel poco di fermentazione in più che genera la frizzantezza. I lieviti, fermentando lo zucchero, creano infatti anidride carbonica che rimane disciolta nella birra creando le “bollicine”.
Più zucchero aggiungete, più frizzante sarà la vostra birra. Ogni stile di birra richiede una carbonatazione differente. Consultate la nostra guida sul priming per conoscere le quantità di zucchero per ogni stile di birra.
Una volta che avete calcolato la quantità di zucchero corretta per la vostra ricetta, aggiungetela nel mosto e mescolate dolcemente con una paletta sanitizzata. Alcuni homebrewer preferiscono inserire lo zucchero direttamente nelle bottiglie con il dosatore. Diciamo che fare il priming direttamente nel secchio da travaso semplifica il processo e riduce i calcoli che dovreste fare per inserire in ogni bottiglia di diversa dimensione il giusto quantitativo di zucchero.
Riempire e tappare le bottiglie
Dopo aver fatto la carbonatazione, è ora di tappare le bottiglie. Inserite il tubo con l’asta da travaso (e relativa guarnizione) nel foro centrale del coperchio da travaso. Attenzione: il tubo deve toccare il fondo del secchio. Soffiate nel tubicino laterale fino a riempire il fermentatore d’aria. La pressione farà gonfiare il coperchio e spingerà la birra su per il tubo, fino a raggiungere l’asta da travaso. La valvola dell’asta impedisce alla birra di fuoriuscire. Tenetevi comunque pronti con le bottiglie!
Inserite l’asta nella bottiglia fino a toccare il fondo e far defluire la birra. Fermetevi un paio di centimetri prima di riempirla tutta, sollevate l’asta e chiudete la bottiglia aiutandovi con la tappatrice. Ripetete l’operazione fino ad esaurire tutta la birra nel secchio. Il gioco è fatto!
Rifermentazione in bottiglia
Dopo la grande fatica, la birra ha bisogno di riposare. Lasciate le bottiglie in un luogo caldo (attorno ai 23-24 gradi) e al riparo dal sole per circa 15 giorni. Serviranno ai lieviti per completare la fermentazione degli zuccheri aggiunti durante la carbonatazione. Questa fase è chiamate “rifermentazione in bottiglia“.
Al termine dei 15 giorni la birra sarà pronta per un primo assaggio! Se volete però gustarla nel migliore dei modi e affinarla ulteriormente, vi consigliamo di conservarla almeno una o due settimane in frigorifero. Si sa, la birra va aspettata… Prosit!