Dopo la fatica della cotta e la lunga attesa della fermentazione, l’imbottigliamento della nostra birra potrebbe sembrare una mera formalità. Non è così.
L’imbottigliamento è un momento cruciale di tutto il processo di produzione della birra in casa. Un errore potrebbe significare dire addio all’intera partita e gettare al vento tutti i nostri sacrifici e… quattrini!
Ecco perché dobbiamo prestare particolare attenzione a tutto il processo di pulizia e disinfezione delle bottiglie di vetro che useremo come contenitori della nostra birra. In questa guida abbiamo raccolto tutte le indicazioni e le esperienze degli homebrewer per sterilizzare e sanitizzare evitando gli errori più comuni.
Sterilizzazione: cosa significa
La sterilizzazione è un procedimento che ha come obiettivo quello di rimuovere e uccidere tutti i microrganismi presenti su una determinata superficie.
Il processo non è impossibile da realizzare in casa ma è molto impegnativo. Soprattutto perché i materiali sterilizzati si contaminano facilmente se esposti
all’ambiente aperto a causa dei milioni di microrganismi presenti nell’aria.
Attenzione: “sterilizzare” è diverso da “disinfettare”. Spesso i due termini sono usati come sinonimi, ma c’è una grande differenza. La disinfezione è un processo che mira ad eliminare e uccidere la maggior parte dei microrganismi (non tutti). Lavarsi le mani o usare un prodotto detergente sono esempi di disinfezione.
4 tecniche per sterilizzare le tue bottiglie
Esistono diversi metodi fai da te usati dagli homebrewer per sterilizzare le bottiglie di birra. Il dibattito tra le diverse scuole di pensiero è tuttora aperto e ci sarà sempre qualcuno pronto a sostenere che la sua tecnica è migliore delle altre. Qui vi presentiamo i 4 metodi più diffusi e affidabili.
1. Bollitura
Si possono sterilizzare le bottiglie facendole bollire in una pentola piena d’acqua. La bollitura deve durare almeno 20 minuti, quindi scolate le bottiglie a testa in giù. Qualcuno suggerisce di chiudere le bottiglie con della carta stagnola dopo la bollitura per impedire il contatto con l’aria e mantenerle sterili.
Se scegliete questa tecnica, fate attenzione ad immergere completamente la bottiglia e a riempirla di acqua al suo interno evitando bolle d’aria.
2. Sterilizzare in forno
Una delle tecniche preferite da chi fa la birra in casa è quella di sterilizzare le bottiglie di vetro nel forno. Anche su questo argomento ci sono però varie scuole di pensiero.
C’è chi suggerisce di lasciare le bottiglie nel forno alla massima temperatura per 5-10 minuti. Altri dicono che basta una temperatura di 170° ma per almeno 20 minuti.
Su 3 punti siamo tutti concordi:
- Inserire le bottiglie nel forno freddo e solo dopo accenderlo e portarlo a temperatura. Lo shock termico di un brusco cambiamento potrebbe infatti fare esplodere il vetro;
- Assolutamente non mettere in forno le bottiglie con tappo meccanico. La plastica del tappo fonderebbe;
- Togliere le etichette prima di infornare. La carta potrebbe bruciarsi e fare fumo.
I soliti maniaci della stagnola suggeriscono di chiudere le bottiglie con un piccolo foglio di alluminio prima di infornare di modo che anche dopo averle estratte rimangano protette da infezioni esterne.
Anche sulla tecnica del forno ci sono fazioni contrapposte. C’è chi usa il “forno a secco“, sterilizzando con la sola aria calda. C’è invece chi preferisce usare il “forno umido” sterilizzando attraverso il vapore.
Per creare un forno umido basta inserire all’interno del forno un recipiente (di metallo o ceramica) con dell’acqua. L’acqua evaporando creerebbe un ambiente umido più pervasivo e quindi più efficace all’uccisione dei microrganismi.
3. Vaporetto
Prendendo spunto dal forno umido, passiamo alla terza tecnica, quella del “vaporetto”. Il concetto è molto semplice e sfrutta ancora una volta il potere del vapore acqueo.
I vaporetti, se giá non li conoscete, sono degli elettrodomestici composti da un piccolo boiler riscaldato da una resistenza che emettono vapore attraverso un tubo con beccuccio. Sono usati per igienizzare superfici, tende, contenitori etc e si trovano facilmente in commercio in tutti i negozi di elettrodomestici.
Per sterilizzare le bottiglie con il vaporetto, portatelo a temperatura, quindi direzionate il getto di vapore direttamente dentro la bottiglia e attorno al beccuccio per circa 30 secondi. Quindi lasciate scolare.
Aiutatevi con uno scolabottiglie per la scolatura.
4. Sterilizzare al microonde
L’ultima tecnica di cui vogliamo parlarvi è quella del forno a microonde. Il forno a microonde scalda attraverso l’emissione di onde elettromagnetiche che eccitano le particelle di acqua presenti nei cibi.
Se vogliamo sfruttarlo per sterilizzare le nostre bottiglie basterà riempirle con un paio di dita d’acqua, inserirle nel microonde e scaldarle alla massima temperatura per 60 secondi. L’acqua bollente scaldata dal microonde diventerà vapore che ucciderá i batteri presenti nelle bottiglie.
ATTENZIONE! In questo caso non dovete assolutamente tappare le bottiglie. Il vapore creato al loro interno potrebbe creare una pressione tale da farle scoppiare. Non coprite il beccuccio con la carta stagnola! Il metallo non va mai inserito nel microonde. Può creare scintille e danneggiarlo gravemente.
L’importanza della pulizia
Ora che abbiamo esaminato alcune delle tecniche disponibili facciamo una precisazione. Tutti questi accorgimenti sono perfettamente inutili se all’interno delle bottiglie sono presenti incrostazioni di sporcizia o muffe.
I batteri trovano riparo all’interno di queste incrostazioni e tutti i nostri sforzi non saranno serviti a un bel niente.
Per questo è fondamentale prima di tutto una accurata pulizia delle bottiglie con un buon detergente e tanto olio di gomito. Leggete il post su Pulizia e Sanitizzazione per consigli e prodotti adatti.
Volete evitare inutili faticate cercando di scrostare il disgustoso fondo di una bottiglia? Basta una semplicissima accortezza. Dopo aver bevuto una birra sciacquate immediatamente la bottiglia con un po’ di acqua calda e fatela scolare. Eviterete incrostazioni e muffe quando le andrete a recuperare per l’uso.
Sterilizzazione in casa: funziona veramente?
Come abbiamo detto, la sterilizzazione è un processo che mira a eliminare la totalità dei microrganismi presenti in un ambiente. È una tecnica usata in laboratorio o in ambito medico, come ad esempio negli interventi chirurgici.
Secondo le indicazioni dell’Universitá di Napoli, il modo più rigoroso per sterilizzare in forno richiede di riscaldare alla temperatura di 150°C per 3 o 4 ore.
In ambito professionale ovviamente non si usa il forno ma l’autoclave, un cilindro a chiusura stagna che sterilizza il suo contenuto attraverso un flusso di vapore. 10 minuti di autoclave a 120°C bastano per sterilizzare piccole provette, mentre per sterilizzare contenitori da 10 litri è necessaria almeno 1 ora.
Chiaramente, non tutti gli homebrewer hanno a disposizione tutta questa pazienza e soprattutto non hanno un autoclave! Quindi tutte le tecniche elencate in precedenza sono inutili? Bisogna comprare un’autoclave?
Assolutamente no. Le tecniche descritte funzionano perfettamente, nè è necessario comprare un’autoclave. Semplicemente in ambito birrario non è necessario sterilizzare le nostre attrezzature e bottiglie, basta una accurata disinfezione o, come spesso viene chiamata, sanitizzazione.
Sanitizzare le bottiglie
Se i metodi che abbiamo finora elencato vi sembrano troppo complessi, vi proponiamo qui alcune semplici tecniche per sanitizzare le vostre bottiglie. Semplici ma efficaci!
Candeggina
La candeggina è un ottimo sanitizzante, il nostro preferito! È economica, la trovate in qualsiasi supermercato ed è efficace anche nel rimuovere le incrostazioni. Basta una soluzione di 5ml per litro di acqua, lasciare le bottiglie a bagno per 30 minuti e il gioco è fatto.
Sciacquate bene le bottiglie con acqua calda prima di usarle, così da rimuovere ogni traccia e odore di candeggina. Evitate di esporre alla luce diretta le bottiglie mentre sono a bagno nella soluzione. Fate attenzione che non si formino bolle d’aria nelle bottiglie mentre sono immerse.
Chemipro Oxi
Un altro ottimo sanitizzante è il chemipro oxi, nome commerciale del percarbonato di sodio. Il percarbonato di sodio è alla base di molti detergenti e svolge la sua azione scomponendosi a contatto con l’acqua in H2O2 ovvero acqua ossigenata.
Si usa in soluzione di un cucchiaio ogni litro di acqua lasciando le bottiglie a bagno per circa 5 minuti. Il grande vantaggio è che non necessita di risciacquo!
Metabisolfito
Non è proprio un sanitizzante ma ve lo spacciano come tale nei kit. Su bottiglie ben pulite può andare bene una concentrazione di 3 cucchiaini ogni litro di acqua. Sciacquate bene dopo l’uso per eliminare ogni traccia di odore di zolfo.
Lo scolabottiglie
Un prezioso aiuto nelle nostre pulizie ci arriva dallo scolabottiglie. È un attrezzo molto semplice e a volte un po’ sottovalutato, ma in realtà estremamente pratico.
Si tratta di un’asta con decine di ganci su cui infilare le bottiglie a testa in giù perché scolino dopo la pulizia. Ci permette di sgocciolare le bottiglie da ogni residuo senza farle entrare in contatto con superfici non sanitizzate.
Lo scolabottiglie è in plastica quindi si può comodamente disinfettare in acqua e candeggina insieme alle bottiglie.
Sterilizzare i tappi
Ora che avete sterilizzato e pulito a fondo le vostre bottiglie non dimenticate un particolare importante: i tappi! Anche loro andranno sottoposti a sanitizzazione come fatto per le bottiglie.
I tappi a corona possono essere sanitizzati con chemipro oxi o metabisolfito. Le guarnizioni dei tappi meccanici possono essere sanitizzati anche in acqua e candeggina. Ricordate di sostituire questi ultimi se sono particolarmente rovinati.
Conclusioni
Esistono moltissime tecniche e scuole di pensiero su come sterilizzare le bottiglie di vetro. Raggiungere una completa sterilizzazione casalinga è però molto difficile e non indispensabile. L’essenziale è sanitizzare, ovvero rimuovere la maggior parte dei batteri. Tutte le tecniche descritte in questa guida sono ugualmente efficaci e potete usarle a piacimento a seconda del tempo e risorse a disposizione. Ve lo garantiamo per esperienza diretta.
E se nonostante queste accortezze doveste ancora avere infezioni, ricordate che non necessariamente sono dovute alla bottglie. Potrebbe essere stata causata da un dry hopping troppo spinto, da scarsa pulizia del fermentatore, da lievito esausto o da un pitching rate troppo basso.
E se vi stufate di tutte queste bottiglie e della lorp pulizia? Abbiamo anche qui una soluzione. Passate ai fustini da 5 litri e il problema è risolto! 😉