Molti di voi avranno sentito parlare di birra cruda e di birra non filtrata, sicuramente in riferimento ad un particolare brand birraio o birrificio che esaltava le eccezionali caratteristiche delle proprie birre. Perfetto, stiamo per darvi una notizia sconvolgente: la birra cruda non esiste.
Cos’è la birra cruda
Dire che la birra cruda non esiste, in realtà, non è completamente corretto. Diciamo piuttosto che è una definizione tautologica, ovvero che ripete un concetto ovvio, scontato, che è sempre vero. Cerchiamo di spiegarci meglio.
Dire “birra cruda” presuppone che esista anche una “birra cotta” da cui la prima si differenzi in modo particolare. Bene, dispiace dirvi che TUTTE le birre sono cotte e a meno che nel futuro non si inventino qualche diavoleria (che Dio ce ne scampi) non è e non sarà mai possibile produrre birra senza cottura. Sarebbe come voler fare il “pane crudo”.
Cosa si intende allora con il termine “birra cruda”? Comunemente ci si riferisce con questa definizione alla birra non pastorizzata e non filtrata.
Pastorizzazione della birra
La pastorizzazione è un processo produttivo usato per permettere una maggiore conservazione di alimenti e bevande. Si esegue portando la birra ad alte temperature, circa 60°, per un periodo di tempo piuttosto prolungato. In questo modo si uccidono la maggior parte dei batteri e organismi presenti al suo interno, garantendo che nel tempo la birra mantenga una maggiore stabilità organolettica. Tradotto: il gusto della birra rimarrà invariato nel tempo e più a lungo.
“Bellissimo!”, direte voi. Non è esattamente così. La pastorizzazione uccide tutti i lieviti ancora presenti all’interno della bottiglia che rendono la birra “viva”. Denaturano inoltre le proteine alterando irrimediabilmente il gusto del nostro amato nettare.
Birra non pastorizzata vs birra artigianale
Appurato che il processo di pastorizzazione riduce la qualità e l’autenticità della birra, è interessante scoprire di più sulla relazione concettuale tra birra non pastorizzata e birra artigianale.
La legge italiana, nella sua definizione di birra artigianale, stabilisce che per definirsi tale la birra NON deve essere pastorizzata. Tutte le birre artigianali sono dunque non pastorizzate. Per questo chi appone sulla propria bottiglia la definizione di “birra cruda artigianale” lo fa più per ragioni di marketing becero piuttosto che per aggiungere utili informazioni per il consumatore sulla qualità del prodotto.
Birra cruda e birra non filtrata: quali sono le differenze?
L’altro elemento spesso associato alle birre crude e la non filtrazione. Anche la filtrazione (o microfiltrazione) è un processo produttivo utile a rimuovere residui di lievito e altre sostanze sospese nella birra al fine di rendere la birra limpida e trasparente, insomma…più “sexi”.
Come la pastorizzazione, la filtrazione non migliora la qualità della birra se non sotto il profilo estetico. Al contrario, privandola di alcuni dei suoi elementi “naturali”, la impoverisce sotto il profilo nutritivo e gustativo. Tuttavia, anche la microfiltrazione è proibita nel processo di produzione della birra artigianale. Tutte le birre artigianali sono quindi “non filtrate”.
Quali sono le differenze tra birra cruda e artigianale?
Nessuna. Dire “birra cruda” ha lo stesso identico valore di “birra artigianale”. Purtroppo qualche produttore un po’ più smaliziato degli altri che magari vuole farsi un po’ di pubblicità tra il pubblico dei consumatori meno informati lo utilizza come se fosse un valore aggiunto del proprio prodotto.
La birra cruda fa male?
Veniamo ora ad uno dei dubbi che assillano i nostri amici birrofili. La “birra cruda”, questo prodotto mitologico e sconosciuto, è potabile? Fa male?
Assolutamente no. La birra cruda, alias “birra artigianale” non fa male. Nelle giuste quantità, se consumata con moderazione è un prodotto altamente nutriente e con un ridotto quantitativo di calorie rispetto alle altre bevande alcoliche.
Le birre crude in commercio
Volte birra cruda?? Bene eccoci ai consigli per gli acquisti! 🙂
Se volete qualche indicazione sulle migliori birre artigianali (sempre crude) da acquistare, vi consigliamo di partire dalle birre trappiste, le birre dei monasteri cistercensi, facilmente reperibili in commercio anche nei supermercati: Chimey, LaTrappe, Rochefort, Achel, solo per nominarne alcune. Altrimenti recatevi nel beer shop più vicino (ormai l’Italia intera ne è piena) e fatevi consigliare la birra più vicina ai vostri gusti.
Cheers!
C’è un errore dal momento che affermate che birra CRUDA e birra ARTIGIANALE siano “sinonimi”, poiché una birra può essere definita cruda senza che rispetti i requisiti di birra artigianale, dal momento che per definizione dovrebbe esser fatta da piccoli birrifici indipendenti economicamente e legalmente da altri birrifici e con una produzione inferiore ai 200 Hl, mentre sappiamo bene che le ultime Crude proposte sul mercato dalle multinazionali della birra hanno poco a che vedere con il concetto di artigianalità ma si limitano ad un assenza di pastorizzazioni
Ciao Pietro, non che queste discussioni terminologiche ci appassionino molto… La birra cruda non esiste in termini legislativi, è solo una trovata di marketing, come più volte ripetuto. Quello che volevamo ribadire nell’articolo è che tutta la birra artigianale è “cruda” ( nel senso che viene comunemente attribuito a questo aggettivo). Non è vero il contrario, quindi se questo concetto non risulta abbastanza chiaro sarà una buona occasione per dare una rinfrescata all’articolo. Grazie del tuo contributo!
Illuminante, grazie. È proprio vero che non si finisce mai di imparare!
Grazie a te Daniela per esserci passata a trovare